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Tavolazzi-Pasello

Il codice del ritmo

Il tema dell’incontro si svolge prevalentemente in modo pratico.

Si propongono ai partecipanti alcuni esercizi che riguardano il tempo all’interno del linguaggio musicale e teatrale. 

La prima parte riguarda la struttura tempo-ritmo.

Si tratta di un apprendimento della nozione ritmica e della sua espressione corporea.

Ares Tavolazzi conduce la parte più propriamente musicale, mentre Silvia Pasello si occupa della questione del tempo-ritmo nel linguaggio teatrale-performativo.

 

Iscrivere la mente nel tempo musicale, intendendo con questo l’ideazione, la composizione, l’esecuzione, l’ascolto dei suoni e del silenzio, significa riscrivere affettivamente il tempo mentale.

 

 

 

 

“Fra il tempo-ritmo e il sentimento, e viceversa tra il sentimento e il tempo-ritmo c’è una corrispondenza inalienabile, un legame e un’influenza reciproci.”

                                                       

                                                                                                                     K.S. Stanislawskij

 

 

 

           

 

           TEMPO                                     RITMO

 

Percezione soggettiva di un flusso             Organizzazione del   Infinito.                                            tempo                                                                inscritta                                                                 in     

                                                  una durata.                                                     Il ritmo si scandisce, si                                                 conta, si compone.                                                                                            

Abbandonarsi al tempo per ascoltare        Abbandonarsi al ritmo per            un ritmo.                            ritrovare il tempo.

                                                                                                                           

 

 

 

 

 

L’ascolto del ritmo interno, concentrato sul battito cardiaco e sulla pulsazione del sangue nelle arterie.

Questo semplice esercizio di abbandono e di ascolto ci permette di osservare la relazione soggettiva col tempo. Si accoglie una permanenza alla quale si reagisce in una dinamica del tutto personale. Attraverso lo sforzo di individuare il ritmo naturale ( battito del cuore, respiro ), che segna una scansione ritmica, ci appare qualcosa che riconosciamo essere una nostra prima forma di coscienza, che è senz’altro individuale. 

Per questa ragione ritengo che questo processo di ascolto riguardi il concetto di presenza scenica in teatro. Lo stare e non il fare.

La presa uditiva del sensibile, inoltre, costituisce un primo passo nello sviluppo del linguaggio, necessario alla relazione tra sé e il mondo.

 

Da questa presa di consapevolezza, si comincia a considerare l’azione, proponendo alcuni esercizi sulla camminata e su movimenti semplici nello spazio in relazione al ritmo del cuore.

Si prende contatto con un ritmo personale, dettato dalla propria condizione psico-fisica.

A questo punto si introduce il concetto di tempo-ritmo nel linguaggio propriamente musicale e si analizzano la durata e la suddivisione della durata.

Ci occupiamo di alcune leggi del ritmo: battuta-misura,valori delle note e delle pause, ritmo ternario e binario.

Il ritmo si rivela come un flusso che si materializza, che prende forma, che può tradursi in notazione.

Le pause e i silenzi diventano tessuto fondamentale per lo sviluppo di un pensiero acustico.

 

L’ascolto della risonanza determina la relazione con lo spazio.

 

Vengono proposte alcune semplici strutture ritmiche da eseguire vocalmente e fisicamente.

Si utilizza il metronomo per sperimentare la differenza tra seguire un ritmo interno e un ritmo esterno.

Si può cogliere, in questo modo, la differenza tra processo artificiale e processo organico.

 

Osserviamo che l’apprendimento di un codice rigoroso genera il bisogno di liberarsene.

Necessità, quindi, di rigore e libertà.

L’oscillazione tra queste due qualità costituisce la dinamica del processo di lavoro dell’attore  e del musicista.

 

La composizione degli elementi ritmico- sonori ci portano al concetto di partitura.

Sia che si tratti di una struttura musicale che gestuale, ci rendiamo conto di quanto l’organizzazione del materiale, in senso ritmico, determini le differenze di significato e di intenzione del gesto musicale o teatrale.

La scelta degli accenti, la durata delle pause, la durata di ciascun elemento compositivo, può cambiare radicalmente il significato di una stessa sequenza, può cambiare del tutto l’affetto che la attraversa.

Si può sviluppare un lavoro sulle variazioni.

Molteplicità di ritmi.

Si osserva che si può essere abitati da ritmi diversi, che questi ritmi si sviluppano contemporaneamente. Il rimo della respirazione può essere veloce e l’andamento del testo pronunciato estremamente lento. Oppure le mani si possono muovere rapidamente e il passo procedere adagio.

Il tempo come contemporaneità.

 

 

 

 

 

 

Si arriva a considerare il testo come una partitura, una durata che contiene, esplicitato nella sua forma ( parole, punteggiatura, spazi) un senso da scoprire.

Lavoro sul testo. Si propongono alcuni brevi testi poetici e prosastici, che ciascuno elabora attraverso suddivisioni ritmiche.

Suddivisione del testo in misure date.

Riscrittura del testo in partitura.

 

 

 

A conclusione dell’incontro si analizzano la struttura del blues nelle sue regole ritmico-armoniche.

Ascolto di un blues ed individuazione della struttura,12 misure. Esempi in 3/4 e 4/4.

 

 

 

 

 

Terminiamo con un'immagine.

L’illustrazione è presa dal quaderno di lavoro di Chiara Guidi; preparazione dello spettacolo “Voyage au bout de la nuit”, Raffaello Sanzio 1999

 

 

 

 

 

codice ritmo 1
Codice ritmo 3
Decroux 2
JIMI
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