L'amara sorte del servo Gigi (ripresa 2014)
Di e con
Claudio
Morganti
Sono passati 10 anni.
10 anni dalla prima di "L'amara sorte del servo Gigi"
Uno dei temi di questo lavoro (oltre alla dimostrazione pratica dell'evidentissima differenza tra testo, drammaturgia e teatro) era il rapporto attorale tra giovinezza e vecchiaia.
Infatti il sottotitolo recitava "Studio giovanile in forma di vecchiaia".
Quando il corpo e la mente di un attore si accostano per forza di cose alla vecchiaia del personaggio recitato, ci si avvicina ad una forma di natura realistica? O l'impulso mimetico continua a spingere verso la caratterizzazione?
In altre parole, come cambia il rapporto tra attore (giovane) e personaggio (vecchio)?
La totale trasformazione testuale del beckettiano "Ultimo nastro di Krapp" ed il mantenimento dell'idea e della struttura drammaturgica consente inoltre una presa "alle spalle" della vicenda originaria.
E dunque la possibilità di un "ritorno" su di un terreno già frequentato ma rinnovato (sarebbe meglio dire ri-invecchiato) dal trascorrere del tempo.
Mi è necessario.
Non solo: se la sorte (amara) me ne darà la possibilità dovrò sicuramente riprendere "L'amara sorte del servo Gigi" tra altri 10 anni.