Studium e punctum
Vediamo questa sintesi di Barthes in merito alla fotografia.
• L’operator ovvero l’operatore, colui che fa la foto.
• Lo spectator ossia il fruitore, lo spettatore.
• Lo spectrum vale a dire il soggetto immortalato.
Lo spectator ha inoltre due modi di fruire dell’immagine:
• Lo studium è l’aspetto razionale e si manifesta quando il fruitore si pone delle domande sulle informazioni che la foto gli fornisce (costumi, usi, aspetti).
• Il punctum, è invece l’aspetto emotivo, ove lo spettatore viene irrazionalmente colpito da un dettaglio particolare della foto.
Sulla scena l’operator e lo spectrum coincidono.
L’ attore è il costruttore dell’immagine che abita.
Mi è capitato spesso di dire che entrare in scena è come entrare in un’immagine.
L’attore è uno spectrum che abita il palcoscenico ed il suo compito è individuare e perseguire il suo punctum.
Poi, la condanna della scena (legge del rovescio) fa si che il punctum dell’attore diventi cosa personale.
Infatti soltanto se l’attore avrà un suo punctum lo spettatore ne avvertirà la presenza ma troverà un suo personale punctum e sarà diverso da quello dell’attore.
Ogni spettatore troverà un suo differente punctum e nessuno coinciderà con quello dell’attore.
Se un attore ha il suo punctum e uno spettatore non trova il suo, quello spettatore non si trova nel giusto luogo.
Se invece l’attore non avrà alcun punctum lo spettatore guarderà il lavoro con atteggiamento di studium, cercherà informazioni che gli permettano di “capire”, vorrà essere in grado di “parlare”di ciò che ha visto, il suo sarà semplicemente uno sguardo critico, cercherà di analizzare, cioè, quanta più superficie possibile.
Se l’autore avrà fornito sufficienti e semplici elementi utili a titillar sinapsi, lo spettatore critico uscirà appagato e soddisfatto, in caso contrario uscirà dicendo : “Io non ho capito. Che cos’ mi rappresenda?”
La superficie comunque non è un male, è elemento importante e (quando l’attore perde il punctum), diventa elemento portante, è lo spettacolo.
Qualcuno (forse Calvino) disse che si può non smettere mai di osservare una superficie.
C’è ancora molto da capire ma credo che un lembo di terra comune tra immagine e palco lo si possa individuare.
Bisogna però chiedersi : in cosa consiste il punctum dell’attore?
Me lo chiedo e lo chiedo. Ma c’è bisogno di tempo.
V.Claudienko
Questo breve scritto riguarda l'inizio della lunga riflessione (tutt'ora in atto) intorno al rapporto tra teatro e fotografia.