Mit Lenz
…del fluire delle forme...
Voglio il silenzio.
Niente di più.
Fare baccano è ciò che meglio riesce agli uomini, lo so.
Ma il farraginoso e frattaloso (sic, da "frattali") pentolame motoristico virtuale di umana produzione mi ha rotto i coglioni.
Il neo-psichedelismo-gif mi ha rotto i coglioni.
L'estetica del teschio mi ha rotto i coglioni.
Per favore, smettiamola con il dark alla vaniglia teso ad "intercettare consensi".
Poiché siamo davvero entrati nell'era dell'incubo.
Ma è cominciato il mio sonno e forse sto sognando.
Sto sognando che forme e sostanze naziste si vanno via via ripulendo e acquisiscono sempre più simpatizzanti.
Sto sognando che i neonazisti si radunano nelle piazze.
Sto sognando che non esiste più destra e sinistra ma tutto è un mélange di fascismo moderato che precipita volentieri verso la svastica.
E' cominciato il sonno e dunque sto sognando.
E' cominciato il sonno che precede la morte, il mio sonno che precede la mia morte.
Dunque, per favore, fate un po' di silenzio, voglio provare a sentire che rumore fa l'incubo.
MIT LENZ
(Note di regia)
Ciò che mi preme ora è il mondo intero.
Mi preme, mi opprime.
E' come se avessi trovato un luogo, ma qualcuno mi avesse detto no:
- Questo luogo non è il tuo.
- E di chi è allora?
- Non è il tuo.
Il 20 gennaio camminavo per i monti.
Camminavo con me, ma non sempre eravamo d'accordo.
C'è una cosa, poi ce n'è un'altra e poi ancora un'altra.
Non trovate che sia faticoso?
...
-E' riservato questo posto?
-No, è libero.
-In che senso?
-Nel senso che ho detto.
-No, dico, questo tavolo, questa sedia, questa stanza di chi sono?
-Di nessuno.
-Allora… è come se fossero di Dio?
-Assolutamente no.
-Perché no?
-Perché Dio non esiste. Quando si muore tutto finisce. Quando si muore è come quando non si è ancora nati. Non c'è niente. Il mondo va avanti, ma senza di noi. E' così difficile da capire? E' così difficile da accettare?
...
Forse ho capito di cosa mi devo occupare.
Dello spazio e del tempo che sta tra una cosa e un'altra perché lì, di solito, si annida la menzogna.
E' nella cura del passaggio che si vede la competenza.
E dovrò occuparmi delle musiche e dei suoni di questo luogo, che cambia sempre e uno non ha mai certezze e chi ce l'ha beato lui.
Forse ho capito di cosa mi devo occupare: del transito, dei transiti.
Voglio attraversare tempi, spostare percezioni, parlare in tedesco.
Perché no?
Ecco. Il pane si trasforma in corpo in virtù di una formula.
Ma io non vedo nessun corpo, dunque è della formula che mi devo occupare. C'è qualcosa di sbagliato nella formula. C'è qualcosa di sbagliato nell'idealizzare.
Non si può prendere alla lettera Platone.
Consistere è ridursi e nel transito c'è la consistenza di un corpo.
Il corpo di Friederike.
Claudio Morganti
Jakob Lenz
Johann Oberlin
Khristof Kaufmann
Friederike Brion