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Maschera neutra

Questa è la maschera più antica che si conosca.

Colpisce soprattutto la sua estrema semplicità. Non possiamo azzardare molte ipotesi.

Rappresenta una divinità? O rappresenta l'uomo? E’ un'entità buona o cattiva?

La perfetta forma circolare degli occhi ci dice solo che sono occhi, o fori dai quali poter guardare una volta indossata (si può indossare una maschera di pietra?).

La linea perfettamente orizzontale del labbro superiore annulla il sorriso forse suggerito dal labbro inferiore. Non si può dir che rida. E’ una bocca e basta, o un foro attraverso il quale poter parlare (emetter suoni, suonare).

Si può dire che sia “enigmatica” solo per il fatto che porta con sé un mistero insondabile, ma non si può dire che abbia un'espressione “enigmatica”, anzi, si può proprio dire che non abbia espressione alcuna.

E’ una maschera anespressiva.

So che questo termine non esiste, ma vorrei distinguere dalla parola “inespressivo”.

Inespressivo è un volto che momentaneamente non ha espressione alcuna, ma che prima o poi ne avrà una, se il volto appartiene ad un vivo. Ma anche se appartiene ad un morto, il processo di decomposizione e l'angolo di incidenza con cui lo si guarda possono dare all'osservatore l'impressione di un mutamento d'espressione.

Oppure inespressiva è una maschera alla quale non è stata data espressione alcuna (le cosiddette maschere neutre) ma, ancora una volta, sappiamo bene che una maschera muta col mutare della luce e della posizione che assume nello spazio, qualunque maschera sia.

Dico “anespressiva” perchè questa maschera sembra appartenere ad un mondo dove il concetto di “espressione” è concetto sconosciuto.

Questa maschera sembra non aver mai voluto, nè mai voler esprimere alcunchè.

Dunque è qualcosa di veramente molto prossimo al teatro.

(Ricordo che è proprio la volontà di “esprimere” uno dei motivi che impediscono l’accadimento del teatro).

Se dovessi dire qual'è l'effigie, l'immagine, simulacro o emblema  che meglio racconta (e non “esprime”!) la mia idea di teatro è proprio questo inanimato oggetto.

 

Ogni attore dovrebbe recitare costantemente abbracciato alla sua idea di “neutro”.

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