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Manifesto 2

PROLOGO

 

…altra cosa è lo spettacolo, che ha il compito di soddisfare le nostre istanze sensoriali.

 

Dicevo un giorno : spettacolo distrae mentre teatro attrae.

 

La distrazione che l'apparato spettacolare (anche povero) si prefigge, può (e dovrebbe) accompagnare il pubblico, dal  territorio dello svago al  territorio delle meraviglie: l'elemento spettacolare, dovrebbe cioè, disporre il terreno per un cambiamento di umore.

 

Poiché:

 

spettacolo e religione colpiscono fortemente la scorza umana, insinuandosi e sfondando.  Vogliono farsi "sentire", pretendono titillare emotività (le emozioni!).

Aggrediscono le dogane del corpo-mente (vista, udito, olfatto, tatto, gusto) con azioni di carattere militare, subdolamente disoneste, violentemente maleducate .

 

MA

 

la dimensione spirituale passa nonostante la vigilanza dei sensi!

Il teatro (arte), molecola sì fragile quanto infinitamente sottile, attraversa indolore la scorza ed entra indisturbata direttamente nel territorio dello spirito.

Quest’ultimo allora, a nostra insaputa e fuori dal nostro lacrimuccevole controllo, si muove.

Ed è un movimento che può produrre sconquassi.

Tutte le ricadute emotive e di pensiero, sopraggiungono dopo un certo tempo, da dentro, generate dal nostro stesso spirito e non schiaffeggiate dall'esterno: l'unico benefico cancro che essere umano possa conoscere.

 

Detto ciò (detto, cioè, il misero prologo), passiamo, se possibile, ad un ancor più misero manifesto.

E' roba vecchia, dunque più che ad un manifesto assomiglia ad un poster vintage.

 

 

 

 

 

NUOVO VECCHIO MANIFESTO (vecchio esattamente come tutte le cose nuove)

 

Per un teatro VIVO e VITALE, per una dimensione VIVA e VITALE del teatro umano.

 

Posto che il teatro non è né vivo né morto perché è il puro spirito di tutto ciò che non c'è, noi ci impegniamo da oggi a non fare più "prime", ma a passare direttamente alle "seconde", che come tutti sanno, sono quelle che vengono male.

Poiché come dice Tichy:  "…non v'è niente di interessante se non ci sono errori"

e come dice l’amico Licatalosi: "…il gioco del teatro è come il gioco della VITE che balla dentro un buco troppo largo".

Ecco allora la necessità, non più procrastinabile, di resuscitare la morta replica attraverso la cattura delle forze, contro i cadaveri delle forme!

Il teatro non può che esser VITALE.

Da VITE, appunto.

 

E' ora di chiudere gli occhi.

E’ ora di fare in modo che la vite giochi libera dentro il suo buco troppo largo.

 

 

(Con l'auspicio che ogni artista della scena individui un nuovo vecchio "manifesto" ad ogni inzio d'anno).

 

C.M.

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