La morte di Giulio Cesare
LA MORTE DI GIULIO CESARE
Certo, si tratta di una lettura.
Una lettura è "qualcuno che legge". Ma io vorrei puntualizzare. Vorrei proprio fare il pignolo.
Vorrei rilevare una cosa, che forse è irrilevante, ma che io ugualmente rilevo.
Di solito, quando gli attori leggono, leggono letteratura, romanzi brevi, racconti lunghi, a volte si spingono con incoscienza, persino a leggere poesia, ma è molto difficile (direi impossibile) che qualcuno osi leggere "drammaturgia".
Detesto annoiare, dunque non starò qui a dire "cos'è", secondo me, la drammaturgia, (anche se è questione davvero interessante e affatto noiosa, credetemi!).
Leggere "drammaturgia".
Dirò soltanto che si tratta di rendere chiaro e manifesto qualcosa che è stato scritto non per esser letto da una sola persona, ma per esser detto da più persone (attori).
Una piccola, forse inutile impresa (qual'è il teatro, del resto), ma pur sempre un'impresa!
Naturalmente non si tratta di virtuosismo, ma (affatto) semplicemente, di comunicare a chi ascolta, una propria idea di un testo teatrale (in questo caso il "Giulio Cesare" di Shakespeare), attraverso colori, ritmi, timbri, pause e silenzi.
Un esercizio che consiglio a tutti gli attori, ma soprattutto ai registi.
Agli ascoltatori, invece, auguro un buon divertimento.
Claudio Morganti