Dialogare col nero
L’asse dell’equilibrio politico ha avuto negli ultimi tempi una decisa sterzata verso destra. Un processo che inizia timido una trentina d’anni fa e che oggi trova terreno fertilissimo per una recrudescenza apparentemente senza più freni.
Se, per esempio, si dà voce (e forse anche credito) ad un individuo come Peter Singer vuol dire che il fondo è toccato. Certo le cose peggioreranno, c’è ancora molto margine, ma il fondo è già toccato.
E’ quel fondo che fa si che si alzino muri, si costruiscano lager, si gioisca per gli annegati. E’ quello stesso fondo che permetterà ad un nazista di essere il nostro prossimo presidente del consiglio, proprio perché più a destra di lui non c’è nessuno. Persino l’America si avvicina pericolosamente al fondo.
E qui mi fermo, ma mi dico: "e noi stiamo qui a chiederci come possiamo dialogare con le istituzioni, i burocrati e gli amministratori?"
A me sembra che ci stiamo illudendo.
Perché i popoli possano trasformarsi definitivamente in orde preistoriche votate al sacrificio, c’è ancora un po’ di lavoro da fare, ancora un po’ di televisione da propinare, c’è da lavorare sull’informazione e soprattutto sulla scuola e naturalmente via tutto ciò che per sua stessa natura non può essere compatibile con la tanto voluta onda nera.
In primo luogo l’arte (che può diventare da un giorno all'altro "degenerazione") e poi via qualunque forma di associazionismo culturale anche solo minimamente ispirato a valori sociali e socialisti.
La cultura poi è già a posto: va da "ballando con le stelle" alla sagra di "qualunque cazzo di cosa" purchè piaccia al turista.
Il dialogo è voluto e cercato solo da una parte, naturalmente! Gli artisti annegano e dunque cercano il dialogo. Annegano ogni giorno un po' di più ma quanti più ne annegano tanto più qualcuno gioisce.
Per ora tocca agli stranieri, ma subito dopo sarà la volta degli strani.
Amen.