Lectura Dantis
LECTURA DANTIS
(caduta dentro i canti III, V, XIII, XVII, XXXIII dell’inferno)
Per me si va.
Per me si sa.
Per me si è.
Si tratta di un viaggio all'inferno.
Quello di Dante, quello dove ancora si parla, ancora si vede, si incontrano persone.
Ben altro inferno coviamo, ma breve, perché dopo di questo sarà l'inferno del nulla, della negazione di tutto.
Il NO regna. Niente vedere, toccare, sentire. Niente sensi e forse anche niente senso.
Ma cos'è l'unità, la coerenza stilistica di fronte al salto in un pozzo senza fine?
Cos’è l'assurda coerenza formale, la bella figura, la rettitudine del “tutto d'un pezzo” di fronte alla precipitazione nella morte?
Colei di fronte alla quale tutto cade e si torna ad esser veri.
Si è vivi e veri solo nella caduta finale. E' davvero un inferno.
Dunque, nel leggere versi, la forma sonora ingabbiata dal corpo,
trova il suo farsi lì per lì.
Un farsi incoerente, tradente, autonomo, vivo e forse vero perché sincero.
E poi questa mente logica.dovrà pur lasciarlo questo corpo.
Questa mente deve farsi anch'essa finale. Final-mente.
Ho scelto di aderire nel modo più testardo (e dunque terreno) possibile al precetto
Eduardiano secondo il quale : “Chi cerca lo stile trova la morte, chi cerca la vita trova lo stile”.
Ma nella trans-esistenza della scena lo stile è anche forma.
Formalmente questa lettura, è un inferno pop, con intendimenti e guizzi rock, cosparsa di suoni a tratti molto glam, ma niente affatto cool.
Adieu.
Claudio Morganti
Legge
Parte fonica
Parte tecnica
Claudio Morganti
Roberto Passuti
Rita Frongia
ascoltane un po'